mercoledì 21 luglio 2021

Aegylon (di Alessandra Scisciot)

 

Foto di Alessandra Scisciot©

Sull’isola deserta e rocciosa la notte sembra amplificare il senso d’isolamento e, finché non fa capolino la luna dietro il profilo lontano dell’Elba, è tutto terribilmente buio e nero. Non si avverte la presenza del mare, se non per il suono lontano delle onde che si infrangono sulla costa sotto di noi. Non si ha percezione di profondità e di distanze. Le lucine dell’isola d’Elba vibrano e segnano l’orizzonte, altrimenti invisibile. Alzo lo sguardo verso il cielo, con un gesto istintivo e naturale di chi perlustra gli spazi che ha intorno a sé, un cielo che spesso dimentico quando abito in città, per rimanere come sorpresa che è tempestato di stelle, talmente luminose che sembrano cadermi addosso. Il tempo di leggere la nebulosa via Lattea e rimanere incantata da questo spettacolo unico, possibile solo grazie a spazi ampi e bui e non abitati, che non mi accorgo che da poco si è alzata la luna, sorta dal mare. Una luna rossa perfetta, piena come una sfera di fuoco che lascia sull’acqua un barlume di scia. E solo ora la scia segna la strada del mare per l’Elba, e la distanza sembra effettivamente apparire come qualcosa di fisico, con una dimensione. La luce, ora, svela la fisicità del mare interposto tre le isole di questo arcipelago tirrenico.

Il profilo di Montecristo non si percepisce, perché terra non abitata, non ha luci di case se non quella del faro che, intermittente, buca questa immensa oscurità.

Non ci sono i suoni assordanti delle cicale; mi sono chiesta perché non ci siano le cicale nelle notti calde di agosto qui nell’isola di Capraia. Solo il frinire dei grilli nelle macchie basse delle mortelle e dei mirti che costeggiano il percorso sterrato e ghiaioso. E il cammino nei sentieri bui è incerto, forse come quello del primo abitante terrestre ignaro degli spazi intorno a sé, ancora tutti da scoprire.

Ritornare a queste sensazioni primitive di un mondo incontaminato sembra abbattere l’importanza di tutte le mie conoscenze, sembra ricordarmi quanto la vita di tutti i giorni mi abbia allontanato dall’essenza di questo pianeta, me lo abbia reso sconosciuto nelle sue manifestazioni basilari.

Mi ritrovo così a riattivare i sensi orientandoli all’ascolto delle leggere sensazioni di questa isola deserta e bruciata, sempre battuta dal vento, di giorno e di notte.

Senza quella scia lasciata dalla luna sulla desertica distesa marina, senza le stelle nel cielo terso nerissimo, senza il suono leggero e lontano delle onde che in basso si infrangono sulla scogliera e il canto dei grilli lungo il sentiero, e il vento che sfiora il viso e scompiglia i capelli fischiando leggero nelle orecchie, non si avvertirebbe presenza, fisicità. Dominerebbe il buio, l’assenza, un silenzio totale rotto solo dal battito del mio cuore, solitario, in una ricerca disperata di senso.

Allora ti stringo la mano e tutto ha ancora più senso.

Alessandra Scisciot
 


2 commenti:

  1. Belle parole, intime, segrete. Immergono nell'atmosfera che hai vissuto. E' possibile visualizzare la luna e le stelle, il tuo scrivere è fine e chiaro.

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    1. Forse quello che dici accade perché ho parlato di sensazioni semplici e universali, che appartengono al vissuto di tutti, ma che talvolta sfuggono a causa di un vivere frettoloso che non permette di fissare e mantenere in modo pienamente cosciente.

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