Citta di Imola (Foto by Tiziano Gioiellieri) |
La città è piena di vita, brulica di persone che passeggiano per le vie del centro spensierate, guardano le vetrine e si soffermano a parlare tra di loro. I ragazzi brindano con calici di vino bianco accordandosi per gli appuntamenti del fine settimana. Le grida felici dei bambini che giocano a palla o si spingono sull’altalena nel parco si perdono portate lontano dal fresco vento primaverile.
Buio. Silenzio surreale. La sirena di un’autoambulanza risuona nella notte.
Una poi due poi tre poi quattro poi ancora e ancora.
E’ tempo di cambiare il domani di sempre.
Ragnatele tessute da ragni invisibili avviluppano la città.
Serrande abbassate, esercizi chiusi, aperti solo i negozi che forniscono beni di prima necessità e farmacie.
Poche sagome umane camminano come automi distanti tra loro. Ombre al calar della sera. Difficile distinguere tra di essi gli amici, tutti sembrano sconosciuti nascosti dietro alle mascherine che nascondono i lineamenti dei volti. Una vita nuova da costruire giorno dopo giorno dentro alle pareti domestiche. Casa, dolce casa.
Un mondo diverso, uno sguardo diverso. Leggere un libro dimenticato sopra uno scaffale, abbandonato da tempo immemorabile con la vaga promessa “ti leggerò”, ascoltare quel vinile dei Beatles che ricorda gli anni settanta, quando si ballavano i lenti guancia a guancia con la ragazza del momento, disegnare con una matita i tratti di un profilo, tutto pur di rompere il silenzio della solitudine.
Godere delle cose semplici e sincere. Ritrovare il gusto dei movimenti lenti, senza orari da rispettare, ogni cosa senza fretta.
La minaccia è subdola, penetra dentro e distrugge storie di vita.
Storie diverse per ognuno di noi.
E’ presto, la lotta continua inesorabile con forza e tenacia. Un giorno finirà e come nei tempi passati l’intelligenza, la determinazione domineranno il nemico invisibile.
Nuovamente l’umanità riemergerà per abbracciarsi, baciarsi e sorridere a denti scoperti senza più maschere, almeno quelle di stoffa.
Elisabetta Turricchia
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nata a Imola il 10 Agosto 1956 abita a Imola e svolge l’attività di educatrice con i bambini disabili per conto di una cooperativa sociale del territorio. Dopo molti anni è riuscita ad esaudire un desiderio che aveva sin da bambina ovvero quello di scrivere un libro. Ha pubblicato “Storie sul divano”, una raccolta di 25 racconti brevi edito da Editrice Mandragora e “I Racconti di Betta” edito dalla casa editrice CTL di Livorno, un libro che contiene 15 racconti di diversa natura. Inoltre alcuni suoi racconti sono stati inseriti nel terzo volume di “Racconti a Tavola”, nel secondo volume di “Racconti Sportivi” e nel secondo volume di “Racconti Emiliano Romagnoli” editi da Historica.
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