La disapprovazione scorre da lei a lui e mi schiaccia. Chino la testa, non riesco a sostenere quello sguardo. Mi balena in mente l’espressione di disgusto che la professoressa mi elargisce con generosità, negli ultimi tempi.
Già le cose non mi vanno troppo bene, ma la risata è davvero di troppo. Il mio fratellino. Si è goduto la scena e mi deride con impegno. Ride della mia umiliazione. È bravo in Tecniche di Umiliazione, e ci tiene a dimostrarlo. Mia madre lo ricompensa con una carezza e un sorriso pieno d’orgoglio.
Do un calcio alla sedia, esco di corsa dalla cucina e mi rifugio nella mia camera. Sbatto la porta e sprofondo nel letto.
La risata mi è rimasta inchiodata in mente. Insomma, che ne sa lui delle scuole superiori? È solo un bambino. A lezione di Desensibilizzazione vede addirittura solo filmati virtuali. Sparatorie, esplosioni, torture, massacri, tutto è finto. Il sangue non è ancora quello delle persone vere. Non fanno nemmeno Pesta il Verde, solo vivisezione su animali. E Cripto colonizzazione Planetaria nemmeno sa cos’è.
Io non sono stupido. Intelligente, ma non si applica. Non è vero che non mi applico. Non che ci sia un gran bisogno di applicarsi, in Cripto colonizzazione Planetaria. Una volta capiti i principi di base, alla fine i problemi si assomigliano tutti.
Sul pianeta X sono presenti grandi giacimenti del minerale Y, necessario per il miglior rendimento del prossimo comunicatore interstellare della multinazionale Z. Le caratteristiche storiche, sociali, economiche, culturali delle razze senzienti presenti sul pianeta X sono le seguenti (segue elenco delle razze e delle caratteristiche). Progetta un programma di sterminio reciproco tra le razze che permetta alla multinazionale Z, in un periodo di due anni, di controllare l’economia del pianeta. Naturalmente il tutto è corredato dalle tabelle tecniche necessarie per effettuare i calcoli.
Ma il mio problema non sono i calcoli o la progettazione. Li so fare i calcoli, anche bene, e nella mia testa il progetto si sviluppa con chiarezza.
È quando devo andare a scrivere, che mi blocco. Non lo faccio apposta. Inizio tranquillo. Prima fase, seconda fase. Terza fase, scrivo, si prevede il massacro della razza A ad opera della razza B nel numero approssimato di unità tot mila… E qui mi blocco. Perché non vedo più i numeri, ma le facce, quelle dei filmati.
A Desensibilizzazione guardiamo spesso le riprese fatte nelle aree di intervento. La classe ulula di entusiasmo e si torce dal ridere davanti allo spettacolo dei nativi che si scannano. Io, non so perché, non ce la faccio più.
Anche a me una volta sembrava tutto divertente. Adesso no. Certo, rido. Ho imparato a farlo bene, per fortuna, così nessuno si accorge di niente.
Deve esserci qualcosa che non va, in me. Che sia un problema di crescita? Mai avuto difficoltà a scuola, prima. Forse avrei dovuto dirlo a qualcuno. Magari mi avrebbero solo dato qualche pillola per rimettermi a posto, ma ho avuto paura di finire in una di quelle Scuole Speciali.
Non posso nemmeno dare la colpa alla scuola. I miei sono ottimi professori, loro non c’entrano.
Non so cosa sia successo.
No. Dico una bugia. Forse invece sì, lo so. Almeno credo. Alcuni mesi fa. È stato qualcosa nell’espressione del Verde, qualcosa nel modo in cui tremava, raggomitolato a terra, o negli occhi stretti per il dolore e la paura. O forse la lacrima. Strano, perché non mi aveva mai dato fastidio prima.
So che il nome ufficiale della materia è Desensibilizzazione Pratica, ma a tutti piace chiamarla Pesta il Verde. Dobbiamo colpirlo, forte quanto ci pare, ma entro il limite della sopravvivenza. Insomma, ferite o fratture vanno bene, ma meglio non accopparlo in fretta. I Verdi devono durare un po’, non possono sostituirli sempre, sono un costo per la scuola.
Alla fine della lezione portano via il Verde per rappezzarlo, poi passano a pulire. Si fa sempre un sacco di sporco a Pesta il Verde, soprattutto sangue, a volte anche roba più schifosa, dipende da dove viene colpito e da quanta paura ha.
All’inizio ho provato a non fare tanto caso alla faccenda, ho sperato che passasse. Invece no. Addirittura è peggiorata. Perfino andare giù a guardare i Verdi nelle gabbie ha iniziato a darmi fastidio.
Pesta il Verde è diventata un bel problema. Questa è una materia fondamentale, il mio rendimento è calato parecchio negli ultimi mesi, non potevo rischiare brutti voti anche qui, così ho sviluppato qualche buon trucco: in pratica, molta scena e poca sostanza. Finora non se n’è accorto nessuno, credo. Solo il Verde, forse.
Comunque, l’insufficienza in Cripto colonizzazione Planetaria è l’ultimo dei miei problemi, a questo punto.
Ieri notte ho aperto le gabbie dei Verdi e li ho guidati fuori dal recinto della scuola.
Temo proprio che non verrò promosso, quest’anno.
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