Verdurock
Il microfono del centro commerciale aveva annunciato che i negozi stavano chiudendo, le due ragazze alla cassa compilavano i moduli ad alta voce, una era impacciata l'altra era arrogante. La musica si abbassò di colpo e le luci si spensero. Io ero chiusa nel camerino, incastrata in un vestito nero di due taglie più piccola della mia, spostai la tenda e mi accorsi che la spia dell'allarme puntava dritto a me...riabbassai velocemente. Cercai il cellulare in borsa...si era spento, era scarico già dal pomeriggio! Mi sedetti sullo sgabello e mi guardai allo specchio in attesa di un idea...la più semplice era quella di uscire e di far suonare l'allarme, ma vidi davanti ai miei occhi due poliziotti che tentavano di sfilarmi il vestito e che mi obbligavano a salire su di una bilancia per farmi rendere conto di quanto pesassi! Rimasi in silenzio e la visione sparì. La luce di emergenza era fioca, lo spogliatoio era piccolo e lo specchio pieno di ditate, quell'arrogante della commessa avrebbe potuto pulirlo! Guardai l'orologio, avevo fame erano le 22, frugai nella borsa trovai delle caramelle alla menta, dei cioccolatini e un pacchetto di patatine, nella mia borsa c'era sempre qualcosa da mangiare. Sarei stata prigioniera fino alle 10 del giorno dopo...12 ore di prigionia con un vestito nero addosso! Appoggiata alla parete della cabina chiusi gli occhi, sentii una musica che arrivava da lontano, assomigliava ad una musica da balera, percorsi un sentiero alberato, camminando sull'erba bagnata...ed ecco mi apparve una band che suonava. Sul palco un cartellone " La Verdurock".Vidi carote che battevano colpi sulla batteria, ravanelli che rimbalzavano sul pianoforte, lunghe melanzane che danzavano abbracciare ad esili zucchine e alcuni finocchi con capelli rosa che cantavano con voce sottile! Mi avvicinai, volevo sedermi tra i primi posti, ma era tutto pieno, i bomboloni al cioccolato avevano invaso il pubblico con striscioni di protesta " no alla Verdurock" e mentre le verdure agili saltavano e cantavano i bomboloni sbadigliavano appesantiti dalla crema al cioccolato. In un angolo un hamburger tentava di farsi notare, improvvisando un salto acrobatico.
- scusi si può spostare? Disse un asparago rivolgendosi a me - mi sta chiudendo il passaggio, devo andare in scena!
- Scusi, ma cosa sei un ammasso di liquirizia o una balena di cioccolato fondente? Esclamò ridendo ironicamente. Fu in quel momento che mi svegliai, e con forza mi sfilai il vestito, la cerniera cedette e le cuciture si allentarono.
Alcuni mesi dopo scesi dalla bilancia e la dietologa mi guardò soddisfatta.
La ragazza arrogante del negozio era stata licenziata, il commesso nuovo ed elegante mi allungò un tubino taglia 44, lo indossai e uscii dal camerino per farmi ammirare. Mi sentii leggera, e danzai al centro del negozio, sorrisi ripensando a quel sogno. Quando mi avvicinai alla cassa il giovane mi guardò ed io lo guardai , poi, dopo aver pagato, mi passò il bancomat e lo scontrino. Lo strinsi in mano ma vidi che tra il bancomat e lo scontrino c'era un bigliettino piegato, lo aprii lentamente "sei proprio una bella patata! "
Non era poi così elegante il ragazzotto!
Maria Mancino
Onirico, divertente, bel racconto. Il "tubino taglia 44" mi attizza. Vamos!
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